Alla partenza, la valigia per il Cile è impegnativa da preparare.
Occorre portare cambi per 4 stagioni per 15 giorni e per quanto si sia minimalisti, comunque occorre un po’ piu’ di maestrìa del solito.
Le aspettative sono quelle che occupano piu’ spazio, perchè un viaggio in una destinazione come il Cile, ne offre molte.
Ma nella valigia del ritorno quali sono state ripagate e abbiamo riportato? Ce ne sono altre che non avevamo previsto? Altre che ci hanno deluso?
Io ho portato con me l’immensità degli spazi.
Questo era il Cile che volevo vedere, vivere, sentire.
Le mie aspettative sono state ampiamente ripagate.
Quando sei nella Valle della Luna a nord del Cile, il rosso della terra si fonde con il cielo infinito all’orizzonte.
Non puoi che respirare profondamente, chiudere gli occhi e ringraziare per essere lì e ammirare tanta bellezza.
Quando piove nel deserto di Atacama, il meno uggioso del mondo e non puoi accedere ad uno dei siti che avevi previsto, non puoi non vedere l’unicità del momento, oltre alla sfortuna per i limiti posti ai nostri passi.
Ti adegui alla natura, la rispetti, cambi strada, ammiri la lucentezza e l’odore della terra dopo la pioggia. Così abbiam fatto.
Quando sei in Patagonia tra guanaco, pinguini, balene, leoni marini, puma, condor, ammiri un ghiacciaio da vicino, ti ridimensioni di fronte a tanta diversità e unicità, ma allo stesso tempo ti senti parte di un universo.
Quando sei nella Regione dei Laghi e sei lungo le rapide di un fiume in piena al cospetto di montagne e vulcani nascosti tra le nuvole, non puoi non sentire l’energia della natura e farla entrare dentro di te.
Quando sei a Santiago del Cile, Valparaiso tra poesia, politica, temi sociali, murales in ogni angolo, le strade raccontano, gli occhi raccontano, i cibi raccontano e tu porti in valigia tutto questo.
Io perlomeno, non riesco ancora a togliere l’etichetta dal bagaglio, come a voler ancora assaporare la sensazione di Cile.
Cristina